non è possibile dire quando per la prima volta un occhio umano abbia scrutato il cielo alla ricerca di conoscenza. Ne sarebbe possibile risalire realmente alla nascita della scenza , se anche riuscissimo a trovare una definizione comunemente accettata. Quello che però mi sento di dire – e mi scuserà chi non concorda- è che la scenza moderna è nata a Padova , in una fresca notte d’ autunno del 1609. Più precisamente, la notte in cui il fisico e astronomo pisano galileo galilei ha compiuto un gesto che oggi potrebbe apparire semplice, ma che in realtà è stato rivoluzionario : volgere il” nuovo occhiale” giunto dall’ olanda e da lui perfezionato empiricamente – il cannocchiale – verso il cielo . Fino al quel momento lo strumento era stato rivolto solo verso l’ orizzonte , con l’ intento bellico di scorgere prima navi o truppe nemiche in avvicinamento . Galileo aveva però intuito che in fondo , se c’è un luogo in cui la capacità di ridurre le distanze alla vista è fondamentale , questo si trovava sopra la sua testa . E con un rapido gesto , ha trasformato uno strumento di guerra in uno strumento di scienza. Galileo ha deciso di osservare per primo un oggetto capace fin dall’ antichità di ispirare l’ umanità e alcuni dei suoi rappresentanti più illustri, da Dante a Ludovico Ariosto : la luna . A essere onesti , non è stato il primo a farlo . All’ inizio di quella stessa estate l’ astronomo e matematico Thomas harriot aveva puntato verso lo stesso obbiettivo un rudimentale tubo ottico. I suoi disegni ,però , non erano rivoluzionari . Perché nella scenza non basta guardare : serve vedere.e-come disse il matematico , fisico e monaco benedetto castelli – l’ occhio di galileo era ” il più nobil occhio , che abbia mai fabbricato la natura” . Come riportato nel ” siderius nuncis”, quest’ occhio , in quella notte d’ autunno ,ha osservato ” cose mai finora vendute ” : il nostro satellite non presentava infatti solo le aree lucenti e le macchie scure ” grandi e antiche”, visibili a occhio nudo , ma anche altre ” minori per ampiezza ma pure così frequenti da coprire l’ intera superficie lunare , soprattutto la parte più luminosa : e queste non furono viste da altri prima di noi”. L’ occhio di galileo non era però nobile per la sua vista acuta o perché potenziato da un telescopio . Lo è per lo spirito con qui si approccia alla scenza , a dispetto delle convinzioni dominanti dell’ epoca . convinzioni che galileo è pronto a rivoluzionarie. Fine prima parte, tratto dal libro:alle frontiere del cosmo, a cura di Gianluca ranzini.